Per grandezza il Madagascar è la IV isola del mondo ed è due volte l’Italia, fa parte del continente Africano, dal quale lo separa il canale del Mozambico, e si trova nell’Oceano indiano. La capitale è Antananarivo. L’isola ha una popolazione di ca. 27 milioni, composta da diversi gruppi etnici, ma che parlano la stessa lingua considerata la più “italiana” delle lingue dell’Africa. I primi abitanti dell’isola sarebbero arrivati via mare dall’India, dalle Filippine e dall’Indonesia. Metà della popolazione è cristiana (cattolici, anglicani, protestanti) e l’altra animista (crede in Dio creatore e ha un grande culto per i morti). Culturalmente, i malgasci danno un grande peso alla famiglia e la donna svolge un ruolo centrale. Considerata “fiore della strada e decoro della casa”, diversamente da altri contesti africani, alla donna è riconosciuto il diritto allo studio e alla realizzazione professionale e individuale.
Posizionata sotto l’equatore, sulle coste ha un clima e una vegetazione tropicale, mentre nell’entroterra, nell’altopiano, ha un clima continentale simile a quello europeo. Il Madagascar è riuscito negli anni a preservare la sua biodiversità che lo rende il Paese africano con il più alto numero di specie diverse tra flora e fauna; tra i più conosciuti ed endemici vi è la scimmia Lemure, i numerosi camaleonti e i tipici Baobab.
A causa del clima tropicale e della distruzione delle foreste, però, la coltivazione del riso e degli altri prodotti agricoli risulta complicata considerando l’assenza delle piogge per lunghi periodi alternata a forti perturbazioni con cicloni ed altri eventi catastrofici che distruggono campagne, campi coltivati e interi centri abitati dove, non essendoci le risorse private e il supporto statale, la ricostruzione non è spesso fattibile e costringe la popolazione a migrare altrove.
Le precarie condizioni igienico-sanitarie e un’alimentazione assai povera causano la diffusione di molte malattie come la malaria, trasmessa anche a causa di una grande diffusione della piccola zanzara “anofele”, la lebbra, la peste, la tubercolosi e forti dissenterie che portano troppo spesso alla morte.
Il governo ad oggi non sembra avere un programma né la volontà politica di gestire le risorse del suolo e sottosuolo a beneficio di tutti tentando la risoluzione di alcuni dei problemi del Paese quali la sanità pubblica, la sicurezza sociale, lo sviluppo agricolo e commerciale, l’occupazione lavorativa e la viabilità.